Com’è iniziato il cohousing?
Si legge spesso che il cohousing (o altra forma di abitare condiviso) ha avuto inizio alla fine degli anni ’60, allorché un gruppo di famiglie danesi, insoddisfatte delle opzioni di vita urbane e suburbane esistenti, decise di realizzare il proprio nucleo abitativo in alternativa ai modelli abitativi tradizionali. Desideravano una comunità in cui i loro vicini non fossero estranei, con gli adulti che parlassero tra loro e i bambini che avessero un luogo dove giocare, in cui le persone avrebbero avuto un po’ di attenzioni l’uno per l’altro e gli estranei sarebbero stati più facilmente notati.
Ricercavano un modo per ridurre lo stress delle loro vite frenetiche alleggerendo gli oneri quotidiani come la cura dei bambini e la cucina.
Hanno chiamato la loro soluzione bofoellesskaber, tradotta letteralmente come “comunità viventi“.
Quando si legge questa storia si legge una cosa un po’ corretta e un po’ imprecisa: è corretta, perché in Danimarca l’istituzione familiare è venuta meno prima di altri Paesi; è un po’ imprecisa, perché l’idea del cohousing (o di altra forma di abitare condiviso) affonda le proprie radici in un passato un po’ più lontano che in ambiente anglosassone ha preso il nome di residential hotels, boarding houses o serviced apartments…
Qual è lo scopo di dar vita a una comunità di cohousing?
Ogni gruppo dà vita alla propria dichiarazione di intenti da cui trae origine la comunità di cohousing, tuttavia, in generale si riscontra il desiderio di avere una comunità intenzionale sicura e amichevole in cui tutti si sentano i benvenuti.
Cos'è il cohousing?
Con il termine cohousing (o con altra forma di abitare condiviso) si descrive il processo mediante il quale un gruppo di persone lavora insieme per dar vita e mantenere il proprio nucleo residenziale.
Partecipando alla pianificazione e alla progettazione del loro sviluppo abitativo, i residenti formano i legami che sono alla base della comunità intenzionale.
Il cohousing, o qualunque altra forma di abitare condiviso, enfatizza la costruzione di una comunità intenzionale, solidale e intergenerazionale, dà vita a strutture comuni e si caratterizza per la partecipazione di tutti i membri nel prendere decisioni.
Il contesto di quel nucleo di abitare condiviso può essere urbano, suburbano o rurale e può comportare la costruzione di case o il ripristino di strutture esistenti.
Il design può assumere una varietà di forme, a seconda dei desideri del gruppo: tuttavia le singole unità immobiliari sono sempre autonome, hanno accesso a strutture condivise e l’intenzione generale è quella di facilitare opportunità di interazione tra i vicini.
Ricevo assistenza diurna gratuita, assistenza agli anziani o aiuto se mi ammalo abitando in un cohousing?
Come tra tutti gli amici e i vicini che si conoscono bene, le persone che danno luogo a una comunità intenzionale si aiutano a vicenda in modo informale e quella forma di abitare condiviso che chiamiamo cohousing è concepito come una comunità in cui le persone sono amichevoli e si sostengono a vicenda, specialmente nei momenti di bisogno.
Gli accordi di assistenza di gruppo in corso saranno decisi dai membri di ogni specifica comunità intenzionale e ogni particolare assistenza sarà organizzata privatamente.
Per dar luogo a una comunità intenzionale devo partecipare alle riunioni preliminari?
Qualcuno lo fa e sarebbe meglio farlo sempre.
La ragione degli incontri che porta a realizzare quella forma di abitare condiviso che prende il nome di cohousing è, infatti, fornire al gruppo l’opportunità di lavorare insieme per definire ciò che si vuole e quindi trovare un modo per realizzare i propri sogni.
Quanto tempo ci vuole per una riunione propedeutica alla costruzione della comunità intenzionale?
Vengono programmate riunioni di lavoro regolari e riunioni di comitato secondo necessità.
Ciò richiede molto tempo durante la fase di preparazione e sviluppo di quella forma di abitare condiviso che prende il nome cohousing.
I membri della futura comunità intenzionale partecipano alle riunioni nella misura in cui possono e/o sono necessari.
Cosa ci si aspetta da me una volta completato lo sviluppo del cohousing?
Quando le case che daranno luogo a ogni specifica forma di abitare condiviso saranno costruite/recuperate e la comunità intenzionale sarà completa, i membri lavoreranno insieme per organizzare la manutenzione del cohousing.
Ci sarà un canone mensile di manutenzione del cohousing (non dissimile dalle spese di un qualunque condominio) che ogni proprietario dovrà pagare e continueranno a esserci riunioni periodiche riguardanti la gestione della comunità intenzionale e l’ulteriore processo decisionale di crescita della comunità stessa.
Abitando in un cohousing, si può avere privacy?
Sì! I membri di un cohousing, o di altra forma di abitare condiviso, dispongono sia di privacy così come di contatto sociale, ed è importante che i membri della comunità intenzionale possano avere la propria casa e il proprio spazio privato.
È opinione comune che l’accordo di ogni specifico cohousing consenta una minore privacy rispetto a un condominio tradizionale, tuttavia in realtà non è questo il caso.
Un aspetto unico dell’abitare condiviso è che i futuri residenti del cohousing partecipino a un processo consapevole di realizzazione di una comunità intenzionale che rifletterà i loro valori.
La privacy è apprezzata dalla maggior parte delle persone nella nostra cultura, quindi il design riflette sempre il desiderio di fornire un equilibrio tra privacy e condivisione.
I membri di un cohousing condividono i pasti insieme?
Sebbene le singole abitazioni siano autosufficienti e ciascuna abbia il proprio angolo cottura, nell’area comune dell’abitare condiviso sono generalmente disponibili una cucina e una sala da pranzo che è funzionale all’organizzazione di pasti e feste condivise tutte le volte che i membri della comunità intenzionale lo desiderano.
Le strutture comuni di ogni cohousing, e in particolare i pasti condivisi, sono un aspetto importante della vita comunitaria sia per ragioni sociali che pratiche, tuttavia le attività condivise sono sempre facoltative.
Le persone che abitano in cohousing hanno sempre la possibilità di scegliere di mangiare a casa propria. Nelle comunità intenzionali esistenti, i pasti condivisi possono essere disponibili da poche sere al mese, fino a un massimo di 7 giorni a settimana.
In un cohousing, cos'è una Casa Comune?
Sebbene le case nell’abitare condiviso siano sempre autonome e di proprietà privata, i residenti hanno accesso anche ai servizi condivisi di ogni cohousing.
L’intenzione generale del progetto di un cohousing è realizzare l’opportunità di interazione tra i vicini di casa.
Le strutture condivise e il design fisico dell’abitare condiviso hanno dimostrato di supportare e sostenere la connessione con la comunità intenzionale nel tempo.
La “Casa Comune” completa le singole abitazioni ed è il cuore della comunità intenzionale stessa. Tipicamente può comprendere una cucina e una sala da pranzo, un soggiorno, una camera per gli ospiti, uno spazio per l’infanzia, un laboratorio, uno spazio ufficio condiviso e una zona lavanderia.
I membri di ogni cohousing decideranno cosa includere in ragione dei loro desideri e dei loro obiettivi.
Chi decide cosa sarà incluso nella Casa Comune, o nei progetti di casa o in qualsiasi altra cosa relativa alla comunità intenzionale?
I membri di ogni comunità intenzionale decidono.
I residenti di ogni forma di abitare condiviso partecipano ai comitati dove studiano i problemi e formulano raccomandazioni ai membri a pieno titolo.
Quanto tempo ci vuole a realizzare un cohousing?
La tempistica varia con ogni operazione di sviluppo dell’abitare condiviso e dipende in qualche modo anche dai tempi amministrativi comunali, tuttavia la variabile principale è il tempo necessario per riunire un gruppo di individui finanziariamente in grado di sviluppare il progetto.
Un piccolo gruppo di famiglie inizierà in genere il processo di costruzione della comunità intenzionale e continuerà ad accogliere ulteriori membri man mano che lo sviluppo del cohousing procede.
Una volta formato il gruppo centrale della comunità intenzionale, lo sviluppo del cohousing non richiede più tempo dello sviluppo tradizionale quando vengono utilizzati professionisti nel processo edilizio.
Qual è il processo decisionale in una comunità intenzionale che dà luogo a un cohousing?
Nella gestione di un cohousing, il processo decisionale e le responsabilità sono condivise da tutti i membri. Le decisioni vengono prese utilizzando il metodo del consenso.
Questo mette tutti i membri della comunità intenzionale su un piano di parità, evita lotte di potere o sforzi “politici” per ottenere la maggioranza, incoraggia tutti a partecipare comunicando apertamente e offre alle persone l’opportunità di vedere una varietà di punti di vista.
È una potente dinamica per costruire e sostenere la comunità intenzionale che popola quel cohousing.
Questo modello si è evoluto da più di trent’anni ed è stato utilizzato nella realizzazione di centinaia di comunità di successo.
Come sarà la comunità intenzionale che dà luogo a un cohousing?
I membri di un futuro cohousing saranno coinvolti attivamente nel processo di progettazione e lavoreranno insieme agli architetti e al team di professionisti per dar vita a un progetto di abitare condiviso che soddisfi le loro esigenze e le priorità dichiarate.
La dimensione ottimale per una piccola comunità di cohousing, è compresa tra 8 e 12 famiglie.
Qualsiasi comunità intenzionale più piccola richiede un eccesso di presenza all’individuo che sarebbe chiamato a partecipare a tutte le attività della comunità stessa. Qualunque entità più grande non consente lo sviluppo di una comunità intenzionale molto unita.
Come posso diventare un membro di una comunità intenzionale in formazione?
In genere chiunque può partecipare a una riunione di costituzione di un cohousing come visitatore.
La maggior parte dei gruppi terrà incontri informativi in cui viene presentato il concetto di abitare condiviso al pubblico e vengono date informazioni sui progetti di cohousing in partenza.
È, inoltre, opportuno visitare periodicamente il sito web per avere i riferimenti dei contatti per le diverse comunità intenzionali o contattare MeWe Abitare Collaborativo srl per scoprire se c’è una comunità in formazione nella propria zona di interesse.
Qual è il processo per essere coinvolti nel cohousing?
Ci sono generalmente tre modi in cui puoi essere coinvolto:
• acquistare una casa in una comunità intenzionale esistente;
• diventare un membro di un gruppo in formazione;
• portare il tuo gruppo di amici a fondare una comunità di sviluppo di un nuovo cohousing.
Come posso ottenere risposte alle mie domande o scoprire le comunità intenzionali nella mia zona?
La nostra home page fornisce i modi per entrare in contatto con noi tramite e-mail o posta.
E se volessi vendere la mia casa dopo il completamento?
Proprio come qualsiasi altra casa di proprietà, una casa in cohousing la potresti vendere: i membri della comunità intenzionale che vogliono andarsene devono trovare un acquirente.
A causa della natura collaborativa dell’abitare condiviso, esistono soltanto dei modi un po’ differenti dai metodi tradizionali di marketing immobiliare per pubblicizzare un appartamento in cohousing.
Qual è lo status giuridico di una tipica comunità intenzionale?
Uno dei metodi più semplici per impostare lo sviluppo di un cohousing è la cooperativa.
Questa struttura limita la responsabilità dei membri, è più flessibile ed è la più facilmente riconosciuta dagli istituti di credito.
Al termine dello sviluppo, lo status giuridico dell’abitare condiviso cambierà per consentire la proprietà della casa in modo individuale.
Quanto costerà un cohousing?
Ad oggi il cohousing, o qualunque altra forma di abitare condiviso, è raramente sovvenzionato.
I partecipanti alla comunità intenzionale sono generalmente coloro che possono permettersi di acquistare la propria casa e il costo è approssimativamente al tasso di mercato.
Esistono tuttavia delle eccezioni e vengono costantemente esplorati nuovi modelli di finanziamento e sviluppo del cohousing nel tentativo di ottenere una maggiore convenienza.
Alcune comunità intenzionali hanno effettivamente realizzato un numero di case economicamente “accessibili” a una percentuale inferiore al prezzo di mercato per coloro che possono beneficiare di questo tipo di assistenza.
Con l’aiuto del proprio team di professionisti, i membri del gruppo stabiliscono le linee guida per dimensioni, qualità e costi del progetto dell’abitare condiviso. In sostanza, i membri determinano ciò che vogliono pagare.
Avrò la proprietà della mia casa in cohousing?
Il modello di proprietà nell’abitare condiviso può variare, ma è più comune utilizzare la struttura della proprietà “a strati”.
In questo modello di proprietà, ogni famiglia di un cohousing possiede la propria casa insieme a una quota delle strutture comuni.
In un cohousing, devo piacere a tutti?
Come in ogni comunità sana, le persone saranno tolleranti e rispettose verso gli altri.
Poiché le comunità intenzionali di cohousing di solito attraggono membri attraverso un processo di networking, è probabile che esista un elevato grado di amicizia tra i membri.
Alcune persone, ovviamente, sono individui molto riservati e possono sentirsi a proprio agio solo con pochi, mentre altri stringeranno amicizie con tutti nella comunità intenzionale.
Come in altre aree della vita, gli individui che abitano in un cohousing daranno vita alla propria esperienza comunitaria.
Come posso conoscere le persone nel gruppo di un cohousing?
Nell’ambito dell’abitare condiviso, il modo migliore per i potenziali membri di incontrare la comunità intenzionale è partecipare alle riunioni regolarmente tenute.
In un cohousing, le relazioni comunitarie sono rafforzate attraverso la discussione durante le riunioni, lavorando insieme nei comitati, socializzando nelle funzioni della comunità intenzionale e attraverso qualsiasi altro contatto informale che le persone iniziano.
Lavorando e prendendo decisioni insieme si forma una comunità intenzionale coesa.
I gruppi di cohousing hanno affiliazioni religiose o politiche?
No, generalmente non è necessaria una particolare affiliazione per organizzare un cohousing.
L’obiettivo della maggior parte dei cohousers è quello di avere una comunità intenzionale che sia diversa per età, tradizioni e tipo di famiglia, che sia sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.
L’enfasi è sulla qualità della vita, inclusa la cura di bambini, giovani e anziani.
In un cohousing, non esiste un’agenda sociale oltre alla realizzazione di un ambiente residenziale amichevole in cui tutti si sentano accettati e a proprio agio.
Il cohousing è il migliore per certi tipi di famiglie?
Il cohousing è per tutti coloro che vogliono partecipare alla loro comunità intenzionale.
In genere, le comunità di cohousing dovrebbero includere un gruppo eterogeneo di età compresa tra i bambini e gli anziani, con coppie, famiglie, single e genitori single.
Chi vive in cohousing?
Sulla base dell’esperienza dei gruppi passati, la seguente generalizzazione offre una panoramica di chi è tipicamente attratto dal cohousing e dalle altre forme di abitare condiviso.
Tendono a essere persone che hanno pensato all’idea di realizzare una comunità intenzionale molto prima di sentir parlare di cohousing. Tendono a essere persone che cercano di migliorare la loro qualità di vita, persone interessate alla comunità più ampia che li circonda e persone che tendono a pensare in modo globale e ad agire localmente. Al meglio delle loro capacità si assumono la responsabilità per se stessi, per il mondo che sperimentano e per il mondo che i loro figli erediteranno.
Le persone che scelgono di far parte di una comunità di cohousing provengono da una varietà di tradizioni culturali, livelli di reddito, tipi di famiglia e convinzioni.
Ciò che hanno in comune è il desiderio di avere voce in capitolo su come sarà il loro vicinato e la convinzione che avere più connessione con i loro vicini sarà un bene per loro.