Scoprire che è possibile trovare l’amore nel momento della disillusione, della fatica a riconoscersi, ma nella volontà di farlo…
Natalia Ardoino e Lucio Massardo, architetti, sono due tessere di un puzzle con un disegno distinto, ma complementare: solo unite, infatti, danno una visione armonica e dai nuovi significati, con la loro relazione affettiva a fare da filo conduttore.
Dopo più di vent’anni di studio di architettura associato, il quadro dipinto a quattro mani si chiama MeWe Abitare Collaborativo ed è il frutto di una lunga analisi interiore di sogni, progetti e visioni: un esercizio di teoria che provano a calarlo nella realtà, come lo definiscono entrambi. Natalia e Lucio sono compagni nella vita e nel lavoro in Ardoino & Massardo architetti associati, “ma con uffici e spazi a sé stanti per sopportarci meglio”, ci tengono a sottolineare con quella inconfondibile ironia che li contraddistingue. Il loro segreto? Fidarsi ciecamente l’uno dell’altro e avere la consapevolezza di possedere competenze diverse perfettamente integrabili.
Natalia si definisce un architetto condotto: “Come un medico condotto deve aiutare le persone attraverso quello che dicono, così interpreto la mia attività nell’architettura; non sono io l’attore delle case che progetto, al centro del disegno ci sono sempre coloro che le abitano o le abiteranno. Ogni denaro investito non deve essere una spesa, ma un investimento da cui guadagnarci qualcosa: io sono lo strumento per far sì che questo investimento valoriale si realizzi”. Lucio, invece, è l’architetto dei numeri, colui che traduce gli spazi in cifre grazie alla sua esperienza nei piani urbanistici e nelle amministrazioni pubbliche: “Alla fine i conti devono sempre tornare nel rispetto del territorio e delle economie familiari o imprenditoriali”. Per entrambi quello dell’architetto è un ruolo sociale: ciascun essere umano deve avere la possibilità di vivere in ambienti dignitosi.
L’obiettivo di MeWe abitare collaborativo attualizza lo spirito di Ardoino & Massardo architetti associati: soddisfare la libertà delle persone a discapito dell’ego di Natalia e Lucio. Quello di MeWe Abitare Collaborativo è un’idea che prova a dar forma alle più diversificate forme di abitare che richiedono di ricostruire relazioni allorché le famiglie tradizionali sono una rarità; un’idea inclusiva, per spazi giusti per le persone giuste: “Durante il lockdown ci siamo resi conto di quanto non solo l’ambiente in cui si vive ma anche le persone con cui lo si condivide, faccia la differenza nelle nostre vite – sottolineano – Da qui abbiamo compreso quanto fossimo in linea con la realizzazione di questo progetto per creare la casa che si vuole, non quella che si trova, con la comunità giusta”. Da Asentiv Natalia e Lucio hanno appreso un metodo per trasformare un’idea in realtà: “È stato come unire i pezzi del puzzle – concludono – Per anni abbiamo tenuto affisso questo progetto su di un cartellone senza calarlo nella realtà; Asentiv ha fatto in modo che lo staccassimo dal muro e lo posassimo sul tavolo”.