Una casa tutta mia

Noi di MeWe abitare collaborativo amiamo Franco Basaglia, cioè l’intellettuale che ha provato a immaginare e costruire un mondo pieno di luoghi di cura, di relazione, di diritti restituiti a tutti i diversi, a tutti gli esseri umani che hanno il diritto a esperire il vivere nel mondo. Di Basaglia, tra le tante, ci piace […]

Noi di MeWe abitare collaborativo amiamo Franco Basaglia, cioè l’intellettuale che ha provato a immaginare e costruire un mondo pieno di luoghi di cura, di relazione, di diritti restituiti a tutti i diversi, a tutti gli esseri umani che hanno il diritto a esperire il vivere nel mondo.

Di Basaglia, tra le tante, ci piace ricordare questo passaggio: «Nell’universo della dimenticanza, resta vivo il ricordo di chi ha liberato i pazzi, i matti, i folli, i malati mentali, gli handicappati psichici, gli idioti, schizofrenici, paranoici, tutti pazienti, tutti esseri umani».

E dopo Franco Basaglia, noi siamo ancora lì. Siamo ancora alle prese con il rompere l’isolamento del disabile e della giornata a lui dedicata. E siamo alla ricerca dei suoi possibili compagni di viaggio: il povero che vive al margine, la donna che ha subito violenza, l’anziano che non è più del tutto autosufficiente, l’immigrato che vorrebbe diventare un nuovo italiano,… Fragili, si, ma capaci di essere alleati. E, magari, anche solidali tra loro.

La casa contribuisce a migliorare l’autonomia e la qualità della vita delle persone. Di tutte le persone, anche di coloro che, a causa della loro fragilità, sarebbero destinati a vivere istituzionalizzati in grandi strutture residenziali come le categorie che abbiamo appena menzionato.

Con la convinzione che sia possibile prevenire l’istituzionalizzazione di tutti questi profili di popolazione vulnerabile, MeWe abitare collaborativo ha iniziato a collaborare con altri enti del terzo settore, incorporando un approccio multi-attore, in vari programmi di innovazione abitativa per la deistituzionalizzazione.

Deistituzionalizzazione significa passare dal modello di assistenza basato sulla cura delle persone negli istituti specializzati a un modello di assistenza comunitaria e personalizzata, in cui le persone a rischio di istituzionalizzazione possano invece scegliere dove vivere, magari nelle varie forme di alloggi collaborativi, e farlo integrate il più possibile nella comunità.

Cerchiamo di trasformare le politiche pubbliche per la cura delle persone che non hanno più una casa o che vorrebbero averne una per poter avere una vita autonoma. Vogliamo promuovere cambiamenti nel tradizionale sistema di risposta pubblico: passare dall’assistenza nei grandi centri all’assistenza negli alloggi integrati nella comunità come chiave per l’autonomia.

Invece di concentrarsi solo sulla fornitura di vitto e alloggio, un programma completo di deistituzionalizzazione si basa sulla fornitura di unità abitative stabili (organizzate in coliving o cohousing o similari), servizi completi e supporto professionale e comunitario.

Prendendo le mosse dal presupposto che l’edilizia autonoma dovrebbe essere il punto di partenza e non solo l’obiettivo finale per queste persone, MeWe abitare collaborativo pensa anche a supporto e accompagnamento, garantendo sempre la partecipazione attiva delle persone ai loro processi di miglioramento, l’impegno e la responsabilizzazione delle loro capacità.

Allo stesso modo, altri principi ispirati alla metodologia Housing First possono essere applicati nel programma anche ad altre categorie di destinatari: orientamento al recupero, impegno attivo senza coercizione e supporto flessibile e disponibile.

Per ottenere l’impatto desiderato sulla vita delle persone, il programma incentrato sull’abitazione si basa sui seguenti principi di base:

A – Casa come diritto umano

Vengono fornite case sicure e stabili, consentendo alle diverse tipologie di utenza di (ri)costruire la propria vita autonoma e reintegrarsi nella società.

Non ci si aspetta che le persone guadagnino il diritto alla casa o la possibilità di rimanere in un alloggio, ma piuttosto questo diritto viene riconosciuto a prescindere e regolato da un regime di possesso. Nei casi di perdita della residenza abituale, si applica l’approccio del rehousing rapido per ripristinare rapidamente il diritto all’abitazione.

Il diritto all’alloggio è indipendente dal fatto che le persone ricevano cure o sostegno e non è soggetto all’obbligo di accettarlo. La possibilità di scelta è la base dell’empowerment.

B – Scelta personale e piano di vita individuale

Viene incoraggiato il coinvolgimento delle persone che partecipano al programma nel definire il proprio progetto di vita, fornendo al contempo il supporto necessario per prendere decisioni informate. Ciò offre una reale opportunità per costruire un futuro migliore per tutti.

La pianificazione centrata sulla persona è la strategia che individuiamo al fine di aiutare le persone ad acquisire il controllo su ciò che accade nella loro vita.

C – Supporto comunitario

Vengono forniti servizi che aiutano le persone a ritrovare la propria autonomia. La dimensione comunitaria può essere trovata sia in un raggio ravvicinato potendo far conto sulla portata mutualistica di un coliving, un cohousing o di altra forma di abitare condiviso. E, al contempo, può essere ricercata anche nel vicinato.