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I benefici di una casa accessibile nei costi riguardano tutti, anche chi la casa la possiede già…

A noi di MeWe abitare collaborativo piace dire che aiutiamo a realizzare “la casa accessibile nei costi per avere la libertà di seguire altre aspirazioni di vita”. Tale promessa sintetizza un pezzo della nostra vision che ci porta ad avere desiderio e ad adoperarci affinché la casa sia un bene più accessibile per molti, in […]

A noi di MeWe abitare collaborativo piace dire che aiutiamo a realizzare “la casa accessibile nei costi per avere la libertà di seguire altre aspirazioni di vita”. Tale promessa sintetizza un pezzo della nostra vision che ci porta ad avere desiderio e ad adoperarci affinché la casa sia un bene più accessibile per molti, in modo che persone e famiglie possano fermarsi a pensare ai propri sogni e bisogni: la realizzazione delle loro case non deve esaurire tutte le altre opportunità e aspirazioni di vita.
Declinando il sogno e il bisogno di casa nel segno dell’affordable housing, MeWe abitare collaborativo ha sempre pensato a raggiungere il destinatario finale di quella casa, cioè chi quella casa dovrà abitarla. Ma i benefici di una casa accessibile nei costi, che non è detto debba per forza essere riconducibile al cohousing o ad altra forma di abitare condiviso, non toccano soltanto lui ma l’intera società.
Si, l’affordable housing e i suoi benefici economici riguardano anche chi la casa la possiede già. Che, quindi, è invitato a non sentirsi più un semplice spettatore (magari anche poco interessato), in quanto anche lui ha da guadagnarci qualcosina.

A dimostrarlo ci viene in soccorso un recente studio di Wifo riguardante il sistema austriaco di affordable housing. Per chi si occupa di casa sociale e non solo di abitare condiviso, come noi di MeWe abitare collaborativo, l’Austria non è un Paese qualunque avendo una tradizione più che centenaria di politiche abitative altamente progressiste che lo fanno diventare, ancor oggi, un caso da studiare. Ad esempio, le Associazioni per l’edilizia a profitto limitato (LPHA) in Austria occupano un ruolo distintivo nel mercato immobiliare fornendo case in affitto a ben il 17% di tutte le famiglie (sono circa 650mila), con una quota ancora maggiore nelle aree urbane, dove l’affitto è il “possesso” più comune.
L’insieme delle offerte a prezzi calmierati determinano un divario rispetto a quelli di libero mercato che, nel 2019, si è ampliato fino al 22%. Per le singole famiglie questo si traduce in un risparmio mensile di circa 160 euro, pari a ben 1.920 euro all’anno. Il complesso delle risorse risparmiate ogni anno dalle famiglie austriache per risolvere il loro problema abitativo è stato, quindi, quantificato in circa 1,2 miliardi di euro all’anno, denaro che fa una grande differenza non solo per le singole famiglie ma anche per tutta l’economia in generale.

Fondamentalmente, una migliore accessibilità alla casa non solo aiuta le famiglie, ma aggiunge qualcosa anche in modo significativo all’intera economia producendo:

  1. un aumento dei consumi privati, dato che le risorse risparmiate sul mutuo o sul canone di affitto dalle famiglie che abitano nelle affordable houses si traducono in un consumo privato aggiuntivo verso altri beni da acquistare;
  2. un aumento degli investimenti, dato che i bilanci pubblici saranno interessati dalla minor spesa per i contributi alle famiglie quali indennità di affitto o agevolazioni sui mutui e, quindi, avranno la capacità di indirizzare più risorse in altre aree e capitoli di spesa.

Per la verità, ci sarebbe anche da segnalare un effetto importante sulla riduzione delle disuguaglianze ma, in questo caso, i benefici per tutti sono un po’ più indiretti…

Limitiamoci, quindi, a ribadire che quando si parla di cohousing o abitare condiviso o anche solo di casa accessibile per tutte le tasche, si parla a tutti, anche a chi la casa la possiede già e non ha l’intenzione di cambiarla.