Il medico statunitense Vivek Murthy, figura di vertice del servizio sanitario pubblico degli USA, ha lanciato l’allarme legato all’isolamento sociale in crescita negli Stati Uniti. Un’epidemia di solitudine e isolamento che rappresenta un problema di salute pubblica.
La domanda che pone è la seguente: “E se ci fosse qualcosa nella nostra vita quotidiana che può favorire la nostra salute e il nostro benessere?”
Quel qualcosa, per Vivek Murthy, si chiama legame sociale. Quest’ultimo è talmente importante che, quando assente, aumenta il rischio di morte prematura a livelli paragonabili al fumo quotidiano.
Anche per noi di MeWe abitare collaborativo la connessione sociale è essenziale per la salute e il benessere delle persone ed è altrettanto fondamentale per un bambino crescere in un contesto relazionale ricco di esperienze ed in una casa riconoscibile come protettiva ed al contempo collaborativa.
Il cohousing e le altre forme di abitare condiviso per MeWe possono essere una risposta che va in quella dimensione.
Il cohousing, infatti, è una forma di compresenza tra persone e famiglie che si assomigliano per valori, interessi e obiettivi e decidono di vivere in un complesso abitativo progettato appositamente sui loro desideri di abitare. L’obiettivo principale del cohousing è quello di “coltivare” comunità, in cui ognuno è coinvolto in modo attivo e dove ci si conosce e ci si aiuta reciprocamente. Questa forma di convivenza è particolarmente adatta per coloro che si sentono soli e cercano un maggiore supporto e sostegno nella vita di tutti i giorni rispetto a quanto di verifica negli usuali contesiti.
Il cohousing prevede la presenza di spazi condivisi funzionali alle passioni, agni interessi ed alle motivazione di svago e di rigenerazione degli abitanti e dove è possibile incontrarsi e socializzare. In questo modo si promuove l’interazione tra le persone, incoraggiando l’emersione di rapporti di amicizia e sostegno reciproco. Se ciò che accomuna quei cohousers è la passione per orto e giardino, lettura e musica, quelli saranno gli spazi che si andranno ad affiancare/accomunare alle singole abitazione, se le somiglianze si attestano su sport, palestra e bricolage ecco che spazi adatti a quelle attività saranno accomunati agli spazi privati. Sempre saranno presenti la grande cucina/sala comune perchè lì si verificano i periodici incontri dove ci si incontra tutti insieme e ci si confronta.
Inoltre, il cohousing offre la possibilità di gestire e condividere alcune attività quotidiane, come la spesa, la cucina, la cura dei bambini o la pulizia delle aree comuni, riducendo così la sensazione di isolamento e di solitudine.
In generale, quindi, il cohousing può rappresentare una risposta concreta ai problemi di solitudine e isolamento che sempre più persone affrontano nella società contemporanea. Vivere in un cohousing consente infatti di costruire rapporti personali significativi e duraturi, di condividere attività e momenti importanti con altre persone e di sentirsi parte di una comunità attiva e coinvolta. Il cohousing può rappresentare quindi una soluzione economicamente più conveniente rispetto alla vita solitaria in una grande città, dove i costi possono essere elevati e isolamento sociale è spesso inevitabile.
Riteniamo che il cohousing rappresenti una soluzione innovativa e sostenibile per coloro che cercano un modo diverso e più coinvolgente di vivere. Grazie alla condivisione, alla collaborazione e all’interazione tra le persone, l’abitare collaborativo può rappresentare una risposta efficace alla solitudine e all’isolamento, e promuovendo un’autenticità e una qualità della vita più elevati si hanno ottime chances di vivere in salute.