Devi arrivare al punto 56 della “Risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021 sull’accesso a un alloggio dignitoso e a prezzi abbordabili per tutti” per trovare un esplicito riferimento al cohousing e alle altre forme di abitare collaborativo allorché lo stesso Parlamento “invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a riconoscere, sostenere e finanziare soluzioni abitative partecipative, democratiche e collaborative, compresi i trust fondiari delle comunità, quali mezzi legittimi e sostenibili per fornire alloggi di mercato e sociali; chiede un approccio sostenibile all’uso dei terreni urbani, ad esempio dando la priorità alla ristrutturazione delle case abbandonate rispetto alla costruzione di nuovi edifici”.
La relatrice di questa meraviglia di Risoluzione è l’europarlamentare dei verdi olandesi Kim van Sparrentak e nei cinquantacinque punti precedenti dice un sacco di altre cose altrettanto significative, anche per chi si occupa di promuovere cohousing o altre forme di abitare condiviso con un occhio particolare alla dimensione sociale. Ecco alcune primissime considerazioni:
– fino a pochi anni fa, la UE, non avendo competenze specifiche in materia di politiche abitative, non se ne occupava in quanto riteneva più rilevante la tutela della concorrenza. Ora, l’Europa entra in campo;
– non solo si stabilisce che avere un alloggio a prezzi accessibili è un diritto per tutti, ma viene disegnato un contesto normativo tale da passare dalla semplice (e innocua) dichiarazione di principio a un diritto realmente praticabile;
– non si definisce nessuna specifica politica abitativa ma, viceversa, viene indicato un risultato obiettivo è, in funzione di questo, si chiede la definizione di politiche, strumenti e risorse finanziarie adeguate a garantire quegli obiettivi;
– molte le possibili conseguenze future, allorché si allarga il campo di osservazione e d’azione dell’edilizia sociale all’intera edilizia abitativa, in quanto è quest’ultima che viene chiamata a raggiungere l’obiettivo della casa accessibile per tutti;
– la Risoluzione chiama all’intervento delle Autorità pubbliche nel mercato immobiliare, non solo per garantire l’obiettivo dell’appoggio accessibile, ma anche per contrastare fenomeni speculativi e di breve periodo.
Noi di MeWe abitare collaborativo siamo davvero interessati a capire come gli Stati membri dell’Unione Europea sapranno reagire a questo rilevante stimolo nel prossimo futuro e, nel nostro piccolo ruolo di promotori immobiliari di cohousing o di abitare condiviso, siamo altrettanto interessati a dare il nostro contributo affinché la Risoluzione non rimanga un mero esercizio di stile qui in Italia e chissà dove…