Qualche giorno fa sul canale Telegram dell’abitare sociale e del cohousing gestito da MeWe abitare collaborativo abbiamo condiviso con la nostra community un grafico riferito al mercato immobiliare statunitense in cui si vedeva l’impennata dei prezzi delle case nell’ultimo anno.
In quell’occasione, così scrivevamo: “Quelli che ne sanno ti spiegano che il mercato immobiliare nostrano solitamente è in ritardo di circa 6-12 mesi rispetto a quello USA: dobbiamo quindi aspettarci un’impennata dei prezzi immobiliari dovuta alla politica espansiva (e inflazionistica) delle banche centrali?”. Si, a nostro avviso, il mercato immobiliare italiano sarà interessato nel prossimo futuro da un’impennata dei prezzi delle case, dato che le banche centrali in giro per il mondo hanno inondato (e lo stanno ancora facendo) di liquidità il mercato finanziario rendendo particolarmente conveniente contrarre un mutuo (si può dire che anche gli altri sottomercati locali saranno toccati da questa spinta verso l’alto). Ed ecco che, in quello stesso prossimo futuro, per la middle class italiana acquistare casa sarà più difficile, anzi, sarà più oneroso. Anche questo sarà un modo per uscire dalla pandemia…
Si prospetta un periodo difficile per un operatore immobiliare sociale specializzato in cohousing come MeWe abitare collaborativo che, tra le tante, ti promette di accompagnarti nella realizzazione de “la casa accessibile nei costi per seguire altre aspirazioni di vita”? Sì, probabile, ma un promotore immobiliare, ancor più se sociale, ha proprio il compito di portare la propria domanda di casa in qualche mercato secondario in cui, altrettanto probabilmente, ci potrebbero essere delle buone occasioni di prezzo.
Facciamo un giro nei prestiti delle imprese e, in questo, ci facciamo dare un aiuto dal CRIF, cioè da chi è specializzato nell’informazione creditizia. Proprio il CRIF ci dice che l’applicazione delle moratorie sui finanziamenti rateali delle imprese fa emergere che il 19,1% dei contratti ha beneficiato della sospensione delle rate. E, nell’ambito di questi mutui sospesi, ben il 41,2% delle sospensione delle rate ottenute dalle imprese si riferisce a mutui immobiliari. Insomma, nei mutui ipotecari delle imprese, ben il 21% dei contratti vedono la sospensione delle rate e l’importo residuo ancora da rimborsare per estinguere il finanziamento è di 330.522 euro.
Così ci dicono tutti questi numeri? È certo che circa un’impresa su cinque ha sfruttato la possibilità di sospendere il pagamento delle rate di un mutuo ipotecario concessa dalle agevolazioni che il governo italiano ha introdotto per uscire dalla pandemia. È altrettanto chiaro che nulla sappiamo dei motivi per cui queste stesse imprese abbiano sospeso i pagamenti, anche se si può sospettare che una parte (significativa?) di queste imprese non stia pagando perché in difficoltà.
Ecco, in queste possibili (probabili?) storie di sofferenza economica un’impresa sociale come MeWe abitare collaborativo può pensare di trovare immobili posti a garanzia di prestiti societari che possono configurarsi come occasioni di acquisto. E ci piace pensare che qualche nostro futuro cohousing o altro tipo di abitare condiviso possa nascere da un gruppo di cohousers che libera un’impresa da un rimborso di un prestito che rischierebbe di schiacciarla. Potrebbe essere un gioco win-win e per un’impresa come MeWe abitare collaborativo che ha quale mission anche quello di avere un impatto sociale positivo nei luoghi in cui opera sarebbe proprio un bel successo…