Quando pensiamo alle fragilità, e la disabilità è una fragilità, pensiamo raramente alla casa e quando lo facciamo, il soggetto che poniamo al centro sono i genitori tant’è che le norme che regolano come si interviene sulla casa che andrà ad ospitare persone con disabilità si chiama “dopo di noi”.
Con quel “noi” il soggetto non è la persona fragile quanto i suoi genitori quando si “rendono conto” che non saranno sempre presenti alla vita del figlio portatore di disabilità.
Perché è così difficile pensare che anche per chi è fragile la casa è quel luogo di autonomia e indipendenza dai genitori a cui qualunque adolescente, e poi giovane, anela?
Come mai non pensiamo che la casa è un bisogno e quindi è un diritto umano fondamentale da riservare a tutti e quindi anche ai portatori di disabilità anche quando i genitori di questi sono in vita per mettere le basi a progetti di vita indipendente?
Le sfide affrontate dalle persone con disabilità nell’abitare tradizionale
Le persone con disabilità spesso si trovano ad affrontare molte sfide quando si tratta di trovare una soluzione abitativa che sia adatta alle loro esigenze. Molte case e appartamenti tradizionali non sono progettati per essere accessibili e inclusivi.
La mancanza di accessibilità fisica, come rampe per sedie a rotelle, bagni adatti alle persone con disabilità e ascensori, può rendere difficile per le persone con disabilità vivere in modo indipendente.
Inoltre, la mancanza di supporto sociale può portare a sentimenti di isolamento e solitudine.
In ogni caso, molto spesso la soluzione abitativa a cui si pensa allorché si ha a che fare con la disabilità è una struttura, non una casa.
L’esperienza di MeWe abitare collaborativo ci dice che anche per le persone più fragili l’idea di abitare non è però dentro un centro o una struttura ma è dentro una casa vera e propria, all’interno della quale possano attivarsi relazioni con altre persone, ognuno per quel che ha da dare e nelle forme che può raggiungere.
Anzi, per MeWe abitare collaborativo l’obiettivo è proprio prevenire l’istituzionalizzazione focalizzandosi sulla strategia che è volta a fornire una cornice assistita all’abitare per tutti, anche per chi ha la necessità di speciali ausili: la tecnologia o la comunità può trattare bisogni speciali, ma in quanto persone l’obiettivo fondamentale è quello di abitare e di attivare relazioni con altri, al pari di qualunque altro essere umano.
Il concetto di cohousing inclusivo
L’indipendenza è un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dalla disabilità. Ecco perché il cohousing è una soluzione abitativa sempre più popolare per le persone con disabilità che desiderano avere una casa adatta alle loro esigenze.
Il cohousing è un modello abitativo innovativo che consente a gruppi di persone di vivere insieme in una comunità, condividendo spazi comuni e risorse. Questo tipo di soluzione abitativa offre un ambiente inclusivo in cui le persone con disabilità possono sentirsi parte di una comunità solidale senza dover rinunciare alla propria indipendenza.
La possibilità di personalizzare gli spazi in base alle proprie esigenze e ricevere supporto dagli altri membri della comunità, se necessario, rende il cohousing una soluzione ideale per le persone con disabilità che desiderano vivere in modo indipendente.
Il cohousing inclusivo è un approccio che mira a produrre comunità abitative che siano accessibili e adatte alle esigenze delle persone, di tutte le persone, anche quelle con disabilità.
In questi casi l’accessibilità fisica è solo una parte dell’equazione. Il cohousing inclusivo si basa anche, e forse soprattutto, sulla produzione di un ambiente sociale inclusivo, in cui le persone con disabilità si sentano parte integrante della comunità e abbiano accesso a servizi di supporto, se necessario.
I benefici del cohousing per le persone con disabilità
Il cohousing offre numerosi benefici per le persone con disabilità che desiderano vivere in modo indipendente.
Uno dei principali vantaggi è la possibilità di personalizzare gli spazi in base alle proprie esigenze. Ad esempio, una persona con mobilità ridotta può avere una stanza con accesso facilitato o un bagno attrezzato per le sue esigenze specifiche.
Inoltre, il cohousing offre la possibilità di ricevere supporto dagli altri membri della comunità. Le comunità di cohousing possono offrire una vasta gamma di servizi di supporto per le persone con disabilità. Questi servizi possono includere assistenza domiciliare, servizi di cura, supporto emotivo e sociale, e molto altro ancora.
Ancora, le comunità di cohousing possono organizzare attività e programmi specifici per le persone con disabilità, al fine di promuovere l’inclusione e la partecipazione attiva.
Questi servizi di supporto possono essere fondamentali per garantire che le persone con disabilità possano vivere in modo indipendente e godere di una buona qualità di vita.
Questo può essere particolarmente utile per le persone con disabilità che necessitano di aiuto nelle attività quotidiane, come la preparazione dei pasti o la pulizia della casa. La presenza di una rete di supporto può contribuire a garantire la sicurezza e il benessere delle persone con disabilità.
Conclusioni
Il cohousing rappresenta una soluzione abitativa per le persone con disabilità che desiderano vivere in modo indipendente. Le comunità di cohousing accessibili e inclusive offrono una vasta gamma di benefici per le persone con disabilità, tra cui l’opportunità di vivere in modo autonomo, la possibilità di socializzare e partecipare attivamente alla vita della comunità e l’accesso a servizi di supporto, se necessario.
È importante che le persone con disabilità abbiano accesso a soluzioni abitative che rispettino le loro esigenze e promuovano l’indipendenza e l’inclusione sociale. Il cohousing rappresenta un’opzione promettente che può contribuire a garantire che tutti abbiano la possibilità di vivere una vita indipendente e soddisfacente.