News

Mangiare in comune è il cuore di un cohousing

Per la Treccani il cohousing è la “condivisione di spazi e servizi da parte di chi vive in unità abitative indipendenti, ma situate in uno stesso complesso”. Nel nostro tentativo di definire una grammatica minima degli spazi condivisi in un cohousing, dopo il deposito, la lavanderia e lo spazio di gioco per i bambini, arriviamo […]

Per la Treccani il cohousing è la “condivisione di spazi e servizi da parte di chi vive in unità abitative indipendenti, ma situate in uno stesso complesso”. Nel nostro tentativo di definire una grammatica minima degli spazi condivisi in un cohousing, dopo il deposito, la lavanderia e lo spazio di gioco per i bambini, arriviamo allo spazio in cui condividere i pasti.

Per i cohousers riunirsi durante i pasti è un momento rilevante, se non il più importante, per la creazione di legami resilienti all’interno della loro comunità intenzionale. Il mangiare in comune svolge, infatti, un ruolo vitale in quasi tutte le società umane essendo un modo molto efficace per unire le persone e aumentare la misura in cui si sentono membri di un gruppo. A maggior ragione nell’ambito di un cohousing

Il mangiare in comune è la chiave per definire la communitas all’interno di un cohousing. L’osservazione di comunità di cohousers già costituire ci insegna che l’opportunità di mangiare insieme determina legami più stretti tra i membri che avevano regolarmente programmato pasti comuni. Inoltre, quelle stesse comunità che erano organizzare con incarichi al tavolo a rotazione (mensili, trimestrali o semestrali) avevano legami più forti tra i residenti.

Poiché l’atto del mangiare insieme chiaramente non riguarda soltanto il sostentamento, anzi, è bene prestare particolare attenzione all’ambiente in cui si svolgono i pasti, segnatamente la cena.
La sala da pranzo è chiamata a svolgere un ruolo speciale nel facilitare la conversazione durante i pasti di gruppo di residenti in cohousing. Frank Lloyd Wright ha descritto il luogo in cui si mangia come una “stanza all’interno di una stanza”: le persone sedute attorno a un tavolo da pranzo (generalmente non più di 8) formano le “pareti” di questa stanza interna.
Quando la tavola ha la stessa luce in ogni sua parte, e ha lo stesso livello di luce sulle pareti attorno ad essa, la luce non fa nulla per tenere insieme le persone ed è molto più probabile che l’intensità del sentimento si dissolva…. Ma quando c’è una luce soffusa, avendo posizionato una lampada a sospensione sopra ogni tavolo, con pareti scure intorno in modo che gli unici punti di luce illuminino i volti delle persone, allora un pasto può diventare davvero una cosa speciale…

Nel contesto del design dello spazio condiviso di un cohousing, la sala da pranzo dovrebbe fungere da spazio da porre al centro della composizione. Al centro perché dev’essere uno spazio tale che i residenti si possano fermare perché ci idoneo ad accogliere un’ampia varietà di attività informali e non programmate che potrebbero svolgersi nella sala da pranzo durante il corso dell’intera giornata.
In tal senso, quello spazio dovrebbe essere posizionato in modo tale che i cohousers lo attraversino entrando e uscendo dalla casa. O meglio, dovrebbe essere localizzato a lato di un percorso comune che le persone usano tutti i giorni in modo che i cohousers, pur avendone la possibilità, non siano costretti a fermarsi.