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Un cohousing è utile anche in ciò che non si vede

Ogni tanto ci viene chiesto: “qual è la parte più importante di un cohousing?”. In questi casi, a costo di sembrar perfino banali, noi di MeWe abitare collaborativo rispondiamo davvero in modo scontato: le parti comuni, se non la “casa comune”, sono il cuore di un cohousing e richiedono una considerazione speciale nella progettazione. In […]

depositi in un cohousing

Ogni tanto ci viene chiesto: “qual è la parte più importante di un cohousing?”. In questi casi, a costo di sembrar perfino banali, noi di MeWe abitare collaborativo rispondiamo davvero in modo scontato: le parti comuni, se non la “casa comune”, sono il cuore di un cohousing e richiedono una considerazione speciale nella progettazione.
In quanto soggiorno per la comunità, la casa comune determina il carattere identitario di quello specifico cohousing e ci dice qualcosa di molto concreto su quali siano i valori di quella particolare comunità intenzionale o i benefici percepiti della vita in quella stessa comunità.

Nello scorso post sul blog ci interrogavamo sulle linee evolutive della casa che si possono riscontrare dalla più recente produzione edilizia in molti Paesi occidentali. E tra questi vi era l’assumere l’esistenza di una serie di “lavori domestici” che sono diventati imprescindibili nelle nostre vite e per i quali, contemporaneamente, vengono eliminati gli spazi a loro dedicati dalle nostre case per essere, quindi, più utilmente condivisi.
Tra i tanti servizi che possono essere centralizzati, questa settimana siamo andati a curiosare in qualche cohousing per vedere cosa succede alla parte meno visibile e, forse, negletta degli spazi comuni: i depositi che, una volta condivisi, contribuiscono a destinare ogni singola casa al solo riposo e al divertimento.

In qualsiasi famiglia, ci sono oggetti che non vengono utilizzati quotidianamente ma sono necessari e richiedono, però, molto spazio di conservazione, stivaggio e immagazzinamento. Troppo spesso questi spazi di stoccaggio all’ingrosso vengono dimenticati durante le fasi di progettazione oppure semplicemente omessi a causa dei costi: il risultato, spesso, è che finiscono per occupare parti importanti dei vani abitabili riducendone lo spazio. Di ciò, di quanto le nostre case rischiano di assomigliare più a un magazzino che a luoghi di vita, ci siamo ben resi conto durante la pandemia…
In una “casa comune” di un cohousing, invece, lo stoccaggio va pensato sicuramente in anticipo perché è necessario conservare in grandi quantità gli alimenti che possono essere sistemati in una dispensa. Oppure perché è necessario lo stoccaggio delle decorazioni stagionali (albero di Natale, ornamenti, luci, ecc.) e degli arredi per eventi speciali (sedie pieghevoli, tavoli, biancheria, bicchieri o piatti per occasioni speciali). O, ancora, perché ci potrebbe essere la necessità di riporre le attrezzature e la minuteria per la manutenzione degli edifici e degli arredi (ad es. lampadine, legname, scale, tosaerba, ecc.).

Senza la pretesa di voler fare un’appendice al “Pattern Language” di Christopher Alexander dedicato al progetto di cohousing, gli spazi di stoccaggio possono arrivare anche a coprire il 15% dell’area totale della casa comune e dovrebbero essere configurati come un vero e proprio deposito comune.

I cohousers, inoltre, si trovano a vivere in case più piccole di quelle ordinarie e, quindi, hanno molta più difficoltà a far fronte alla necessità di riporre piccoli oggetti e minuteria varia. Fornire un armadietto centrale per ogni unità immobiliare nella casa comune può essere un’idea vincente da mettere in pratica per soddisfare le loro esigenze di stoccaggio.

Vivere in un cohousing parla alla vita concreta delle persone e delle famiglie e questa concretezza quotidiana è sollecitata anche dalla difficoltà di stoccaggio di ciò che non è in uso ogni giorno: un cohousing dimostra la sua utilità anche negli spazi poco appariscenti come quelli da dedicare al deposito che, se ben pensati, consentono di non farci sembrare più piccolo il nostro alloggio privato dell’abitare condiviso.